Passare da dipendente a libero professionista

Dopo aver lavorato per anni come dipendente vuoi creare qualcosa di tuo. Magari per mettere a frutto l’esperienza maturata. O desideri cambiare la tua vita. In ogni caso è un cambiamento immenso. Passare da dipendente a libero professionista significa modificare il modo di concepire il tuo lavoro e tutto ciò che gli ruota intorno.

Quindi, prima di fare il grande passo prenditi un po’ di tempo per pensarci bene. La verità è che tutti desiderano essere i capi di loro stessi, ma non tutti sono in grado di gestire un lavoro autonomo. Non c’è niente di male in questo. Ognuno ha punti di forza e debolezze. Basta esserne consapevoli.

Quindi, prima di tutto vediamo quali sono i pregi e i difetti del lavoro dipendente e di quello autonomo. E poi i passi fondamentali per passare da dipendente a libero professionista.

Pregi e difetti di lavoro dipendente e libera professione

In cima alla lista dei pregi del lavoro dipendente c’è la sicurezza economica. Uno stipendio fisso ogni mese, contributi, ferie e malattia pagati. Le entrate dei professionisti al contrario oscillano da un mese all’altro. E se perde un cliente perderà anche una parte del suo reddito finché non lo avrà rimpiazzato. C’è una maggiore incertezza. Se preferisci la tranquillità e la sicurezza non ti conviene metterti in proprio. Lo stress non ti permetterebbe di goderti i vantaggi della libertà.

I lavoratori autonomi infatti non sono legati ad orari imposti. Certo, devono rispettare impegni e appuntamenti. Devono lavorare comunque molte ore al giorno. Ma all’interno di questa cornice possono organizzare il proprio tempo come vogliono.

Se un professionista preferisce lavorare alle 5 del mattino e poi fare una lunga pausa alle 3 del pomeriggio non ci sono problemi. E se cambiano le necessità può cambiare gli orari. Come sempre però, da un grande potere derivano grandi responsabilità. Potersi prendere del tempo libero significa anche essere in grado di imporsi una disciplina.

Il dipendente invece ha un orario prestabilito ed è spesso legato a una routine. La divisione tra luoghi e tempi di lavoro e luoghi e tempi privati sono generalmente netti. Non è necessario autoregolarsi, il datore di lavoro lo fa per lui.

Ci sono persone che lavorano molto bene in un contesto strutturato, ma si perdono se sono liberi. Se sei una di loro tieni presente che dovrai fare un grosso lavoro su te stesso prima di avviare la tua attività.

Se sei ancora entusiasta all’idea di una nuova avventura, vediamo quali sono le prime cose che devi tenere presente.

Controlla il tuo attuale contratto

Se lavorerai nello stesso settore, controlla il tuo attuale contratto. Spesso viene inserita una clausola di non concorrenza che ti impedirà di contattare i clienti della tua vecchia azienda. Oppure potrebbero esserci altri vincoli.

È importante saperlo in anticipo, per non mettersi nei guai appena iniziata la nuova attività.

Prevedi una fase di transizione

Se hai la possibilità di decidere tu i tempi per il passaggio da dipendente a libero professionista, fai le cose gradualmente. Avvia la tua attività prima di esserti licenziato e fai due lavori contemporaneamente per un po’.

Dovrai programmare molto bene le tue giornate e settimane e avrai poco tempo per te, ma non avrai l’ansia di come pagare le bollette.

Inoltre, potrai valutare se sei davvero in grado di essere autonomo o se non sei ancora pronto per questo cambiamento. O potresti addirittura scoprire che in realtà non ti piace.

Impara a gestire gli aspetti finanziari

Una delle grandi differenze tra essere dipendente e autonomo sta nelle questioni finanziarie.

Per i dipendenti è molto facile: quello che ti danno è tuo. Lo stipendio ti arriva già decurtato di tutto quello che devi ai vari Enti. Certo, ci sono casi in cui con la Dichiarazione dei Redditi dovrai versare altri soldi (ad esempio se nel corso dell’anno hai lavorato per più società), ma nella maggior parte dei casi non succede.

Il libero professionista invece è responsabile dei propri versamenti. Non solo deve conoscere le scadenze dei vari contributi (per quello c’è il commercialista), ma soprattutto deve sapere a quanto ammontano.

Ogni volta che riceve un pagamento deve ricordare che una parte è destinata allo Stato (o alle casse professionali).

Sai quante volte ho sentito persone che si erano messe in proprio da poco raccontare che avevano problemi a pagare le tasse, perché alla scadenza non avevano la liquidità necessaria?

Durante l’anno non avevano considerato che ricevevano importi lordi. Non fare lo stesso errore. Anche se significa dover cambiare radicalmente il tuo modo di pensare.

Per aiutarti ti do un consiglio: quando ricevi un pagamento calcola a quanto ammontano contributi e tasse (più o meno) e accantona quell’importo. Fai come se non esistesse. Apri un conto deposito e spostali lì in attesa delle scadenze fiscali. Così non rischierai di andare in rosso per pagare le tasse.

Impara a calcolare i preventivi

Da dipendente sei abituato a fare il tuo lavoro, magari hai un budget da rispettare e sei bravo a farlo. Ora però tocca a te calcolare i costi di un lavoro. Prevedere il tempo e le risorse che serviranno, e dare un valore monetario a quel tempo, capire quale margine di guadagno ti serve e calcolare tasse e contributi.

Le prime volte ti sembrerà impossibile. Quindi siediti, prendi carta e penna, o un tablet, e inizia a immaginare tutto quello che dovrai fare. Mentre le immagini scorrono nella tua mente scrivi tutto quello che ti servirà e quante ore o giorni impiegherai per le varie fasi.

Poi quantifica il costo di ogni cosa.

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Fai il grande passo

Se fino a qui è andato tutto bene e il lavoro aumenta, è il momento di fare il grande passo. Dai le dimissioni e passa definitivamente da dipendente a libero professionista.

E in bocca al lupo!


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