Lavoratore autonomo o impresa individuale: cosa sei?

Avvocati, medici, copywriter, idraulici, estetiste,… l’elenco di persone che chiamiamo comunemente “liberi professionisti” è molto lungo. La legge al contrario non è così vasta e opera una netta distinzione tra quelli che sono i lavoratori autonomi (i liberi professionisti in senso stretto) e le imprese individuali.

Per questo, se stai pensando di avviare un’attività che faccia capo interamente a te (e quindi non una società), devi conoscere questa differenza per capire quale tipo di partita iva aprire. E di conseguenza a quali obblighi sei sottoposto.

Chi è un lavoratore autonomo

I professionisti posso essere lavoratori autonomi o ditte individuali in base alla loro attività

Dal punto di vista della nostra legislazione, il libero professionista è colui che presta servizi mediate il lavoro intellettuale.

Il codice civile riserva degli articoli specifici (dal 2229 al 2238) alle professioni intellettuali, separandole chiaramente dalle altre. Per lo meno quando sono esercitate in forma singola, o, per dirla con le parole dell’articolo 2232, “Il prestatore d’opera deve eseguire personalmente l’incarico assunto”. Quando l’attività viene esercitata in forma di impresa, si applicano le norme relative alle società. Oggi però ci occupiamo solo di chi lavora in proprio.

Quindi, se nel tuo lavoro le tue capacità e conoscenze sono prevalenti rispetto ad attrezzature e strumenti, sei un lavoratore autonomo.

Fanno parte di questa categoria sia i professionisti con l’obbligo di iscrizione ad un albo, come geometri, ingegneri, geologi, giornalisti, che quelli senza albo, come educatori, autori, traduttori.

Cos’è un’impresa individuale

Se nel tuo lavoro gli strumenti e le attrezzature “del mestiere” ricoprono un ruolo importante, sia dal punto di vista economico che pratico, sei un imprenditore individuale.

Il Registro Imprese definisce la ditta individuale come “l’attività svolta da un unico soggetto, il titolare dell’impresa, che può avvalersi dell’ausilio di collaboratori, anche famigliari, oppure dipendenti. Il titolare dell’impresa è l’unico responsabile della gestione dell’impresa”.

Parliamo sempre di situazioni in cui il titolare è il punto di riferimento di tutto il lavoro. In caso contrario entriamo nel campo delle società, che hanno obblighi diversi.

Fanno parte di questa categoria i piccoli commercianti e gli artigiani, ovvero lavoratori per i quali la componente manuale e pratica è essenziale.

In pratica, un avvocato svolge la sua attività sulla base di quello che “c’è nella sua testa” (la conoscenza della legge e le sue capacità di sfruttarla a vantaggio dei propri clienti). Certo, avrà un computer e uno smartphone, ma solo perché sono utili, non indispensabili. È lui stesso il suo strumento.

Un idraulico invece deve possedere delle conoscenze specifiche, ma anche pinze, sturatubi, pompe, eccetera (scusa, non me ne intendo di idraulica). Senza non potrebbe fare molto. È in buona parte un esecutore e il suo lavoro ha una forte componente manuale.

Ecco perché l’avvocato è un lavoratore autonomo e l’idraulico un artigiano.

Ma c’è davvero differenza?

Lavoratori autonomi e imprese individuali hanno obblighi legali e fiscali diversi

Essere un lavoratore autonomo o un’impresa individuale fa molta differenza dal punto di vista fiscale. A partire dalle origini. Nell’articolo relativo all’apertura della partita iva abbiamo visto quali sono i documenti da presentare (e a chi) nel caso di una società o di un libero professionista.

In questo caso, la ditta individuale segue le stesse regole delle società, a parte il fatto che non necessita di un atto costitutivo. Quindi deve:

  • presentare la Comunicazione Unica d’Impresa

  • pagare annualmente l’iscrizione alla Camera di Commercio

  • versare i contributi INPS alla Cassa Artigiani e Commercianti

Il lavoratore autonomo invece:

  • manda i documenti all’Agenzia delle Entrate

  • si iscrive alla cassa di competenza o alla gestione separata dell’INPS

E anche se sia l’imprenditore individuale che il professionista “senza cassa” versano i contributi all’INPS, seguono regole diverse.

I contributi INPS per i liberi professionisti

I lavoratori autonomi versano all’INPS una percentuale dell’imponibile fiscale, che per il 2019 è

  • il 24% se iscritti ad altre forme pensionistiche obbligatorie (lavoratori dipendenti o pensionati)

  • il 25,72% per tutti gli altri

Ricordati che quando parliamo di “imponibile fiscale” non intendiamo l’intero fatturato ma

fatturato annuo – costi deducibili

oppure

fatturato annuo x coefficiente di redditività (per i forfettari)

Non esiste un minimo contributivo.

Ma attenzione.

Per vederti accreditato l’intero anno a fini pensionistici devi versare i contributi per un reddito imponibile di almeno 15.878,00 Euro. Se il reddito è inferiore, e quindi versi meno del minimale, ti verrà accreditato un numero di mesi corrispondenti a quanto versato.

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I contributi INPS per le ditte individuali

Per le imprese individuali le regole sono decisamente diverse.

Prima di tutto le aliquote si dividono in due fasce di reddito. Fino a un reddito imponibile di 47.143,00 Euro sono

  • 24% per gli artigiani

  • 24,09% per i commercianti

Per i redditi oltre tale soglia salgono a

  • 25% per gli artigiani

  • 25,09% per i commercianti

Esiste però un contributo minimale obbligatorio.

Gli artigiani sono tenuti a versare almeno 3.818,16 Euro e i commercianti 3.413,27 Euro anche se il reddito è inferiore a 15.878,00 Euro. Superata tale soglia si versa in proporzione al reddito.

Per i forfettari è prevista una riduzione del 35% sul minimale.

Infine, come c’è un minimo di reddito imponibile c’è anche un massimo. Per il 2019 è pari a

  • 78.572,00 Euro per chi si è iscritto alla gestione INPS prima del 01/01/1996

  • 102.543,00 Euro per chi si è iscritto a partire dal 01/01/1996

Se si superano questi limiti di reddito imponibile non si devono versare contributi sulla parte eccedente.

Come vedi è fondamentale sapere se sarai un lavoratore autonomo o un’impresa individuale per comprendere quali saranno i costi della tua attività e di conseguenza fare preventivi adeguati e fissare gli obiettivi di fatturato.


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